Le opere di Patricia Fort Pizá rappresentano l’interpretazione della propria arte, che viene trasmessa attraverso i suoi personaggi che ne raccontano l’iniziazione psichica alla esperienza pittorica.
Patricia Fort Pizá nasce a Maiorca, trasferendosi successivamente a Berlino, Germania, dove tutt’ora vive e lavora.
Possiamo definirla un’artista multidisciplinare a 360°, che racconta la sua arte e creatività non solo nella pittura ma anche nelle installazioni.
Nelle sue opere la pittura diventa lo specchio dove i suoi personaggi contemplano le loro azioni e i loro gesti. Questi esseri metamorfici appaiono quasi fantasmagorici negli angoli dei paesaggi, senza limiti, come nei sogni, dove i contorni sono diluiti. Situazioni quotidiane in deserti evocativi, giochi d’azzardo sulle tovaglie e tra le mani dei suoi soggetti che fumano sigari, ritratti familiari sfocati e traumi infantili irrisolti, solitudini condivise in silenzio, che sono segreti universali che si raccontano con lo sguardo, ma che tralasciamo perché non li ascoltiamo.
Dietro tutto ciò si nascondono emozioni non necessariamente visibili, ma che si lasciano intravedere vibrando sotto ogni pennellata di colore.
Come guardare attraverso la fessura, alla ricerca di una consapevolezza interiore ed esteriore, sondando una realtà che risulta stabile, non sicura e al contempo evidente.
Nella serie Ashes to Ashes c’è un richiamo alla rinascita continua, all’eterno ritorno. Attraverso la rappresentazione di alcune scene estese in stanze dove la psiche e i costumi tendono a svanire, per ospitare la trascendenza della creazione. Un quotidiano che diventa etereo e che apre le porte alla sublimazione estetica.
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Nei suoi disegni, dove linee minimaliste di diversi strati si uniscono per rappresentare situazioni complesse, il vuoto si riempie di eleganza. Nei suoi dipinti le componenti essenziali degli universi si scontrano e gli abitanti in transito tra i mondi si manifestano in trasparenza.
Le sue figure di stupore, di rara bellezza rappresentano non elementi compositi fatti di pezzi di esseri viventi uniti in un finto essere umano, ma frammenti di elementi che si uniscono per rendersi vivi per volontà suprema delle loro personalità eteriche.
Patricia lavora aiutando le entità a materializzarsi, generando, su una scacchiera, un museo di esseri impossibili, che ci ricordano che il potere di dare la vita è anche il potere di condannare la vita.
Il messaggio che l’artista vuole trasmettere appartiene al suo mondo, instabile e caotico, dove la ricerca dell’incoerenza diventa il traino dei suoi personaggi che abitano uno spazio invisibile, diventandone spettatori e agenti delle proprie azioni.