La designer emergente Claudia Gusella ci presenta la sua graduate collection Quarantine Monsters presso BA Fashion course della Central Saint Martins di Londra.
La pandemia globale e il periodo di lockdown hanno definitivamente cambiato il modo di vedere le cose in ognuno di noi: c’è chi ha scoperto lati della propria personalità che non conosceva, chi ha ritrovato delle passioni andate ormai perdute e chi, come Claudia Gusella, ha approfittato della propria necessità di dar vita all’arte per raccontare il proprio punto di vista.
Le radici della collezione si intrecciano sull’idea di affrontare i traumi personali e di accettarsi conseguentemente. Una collezione che mette in mostra la fragilità, le paure e le gioie che sono derivate da un periodo storico come quello che abbiamo appena vissuto e che si specchia perfettamente nella scelta dei materiali e delle forme utilizzate.
L’intero percorso sembrerebbe un climax ascendente, che parte da stadi più tenebrosi ed instabili, quasi confusi, per terminare poi in grande stile con un abito, l’egg dress, che celebra l’enorme bellezza della fragilità umana: «questo capo è emblematico di questo momento storico. È estremamente fragile ma tutte le uova insieme reggono il peso, sono forti».
Quarantine Monsters non è soltanto uno spettacolo visivo, ma basa i propri principi anche sul benessere del pianeta.
Gran parte dei capi, infatti, è stata pensata per il minor spreco di risorse economiche ed ambientali, con il coinvolgimento di materiali e scarti come le lattine di birra o, appunto, i gusci di uova di anatra.
Claudia Gusella lascia la Central Saint Martin con un’importante illazione, ovvero che non importa come ma:«troverò sempre un modo per esprimermi in modo creativo.»