Si chiama MOUA il primo museo d’arte subacquea al mondo realizzato dall’artista Jason deCaires Taylor e situato sulla Grande Barriera Corallina in Australia.
Il Museum of Underwater Art è un’attrazione che toglie letteralmente il fiato. Con opere d’arte parzialmente o totalmente sommerse, questo museo non solo rappresenta un forte richiamo per i turisti ma è anche un centro di ricerca e scienza marina che opera per la conservazione della barriera corallina, il restauro e l’educazione su scala globale.
Il museo è distribuito in quattro sedi, tutte accessibili dalla città portuale di Townsville (un’area spesso oscurata da destinazioni più popolari nelle vicinanze, come Cairns o le Whitsundays).
Le sue installazioni di sculture subacquee sono state create per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della Grande Barriera Corallina, tra cui lo sbiancamento dei coralli e il riscaldamento dell’acqua.
Progettato dallo scultore subacqueo Jason deCaires Taylor, con il sostegno del governo dello stato del Queensland, il museo mira a sfidare il modo di pensare sulla conservazione degli oceani e a contribuire a creare nuove aree per la crescita dei coralli.
Le sculture, ancorate al fondale e posizionate in una serra sottomarina, sono coperte di corallo e sono “guardiane” della stessa barriera corallina. Più saranno ricoperte, più vita marina verrà richiamata alla barriera corallina.
Il sito è attualmente chiuso. Come annunciato sulla pagina Instagram l’inaugurazione del museo in aprile è infatti stata rinviata, per dare tempo all’industria del turismo di guarire dopo la pandemia di COVID-19.
In attesa di poterci immergere in questo non ci resta che pensare all’oceano come a qualcosa di sacro, qualcosa che dovremmo proteggere e non dare per scontato.