Nel corso delle sue esperienze alla Scuola Regionale di Belle Arti di Nantes prima e alla Nazionale di Fotografia poi, l’artista francese esplora le possibilità figurative della scultura e investe nei territori del design: le opere che produce evocano la statuaria ieratica.
A prima vista, le opere di Gary trasmettono una sensazione di freschezza, come il sapore di un boccone di frutta fresca in piena estate. Questa freschezza, tuttavia, non si percepisce facilmente. Osservandolo, capiamo subito che l’approccio dell’artista alle arti figurative comporta una grande cura. In effetti, le opere di Louis Gary abbracciano una grande libertà sensoriale e formale, inerente alle filosofie non dualiste che lo accompagnano quotidianamente, lontana dall’arte riflessiva e cerebrale.
La contemplazione, il soprannaturale, il carnevale: la molteplicità delle forze evocate offre a chi guarda la possibilità di considerare in modo nuovo il mondo, i gesti e le cose. La sua pratica fotografica, invece, lo lega ad una storia di forme che giocano senza ironia sulle proprie ambiguità.
L’arte fa parte delle condizioni essenziali per il benessere della specie umana: Gary rende chiaro che le opere possono diventare un vero e proprio “punto di incontro” tra gli esseri viventi. Gli aspetti che compongono le personalità degli individui quindi, pur essendo molto diversi, possono entrare in contatto attraverso l’arte.
Per questo, elabora ogni progetto con minuzia, creando delle opere su misura per il luogo in cui saranno esposte. Obiettivo ultimo è dare la sensazione che le cose funzionino, senza spiegarne il perché.
Le sue opere affascinano per le loro linee pulite e pure che rievocano la spontaneità dei disegni che si facevano da bambini. Dietro questa apparente semplicità si evincono riferimenti alle opere di predecessori, come il fumettista Hergè. Un insieme di indizi che destabilizzano lo spettatore ma che gli danno quella sensazione che nulla è fuori luogo in quell’universo e che tutto contribuisce a renderlo un grande spettacolo.
Non è un caso che il suo lavoro sia stato definito un carnevale, inteso come festa in cui la libertà fa da padrona. Il suo lavoro, quindi, oltre ad un aspetto decorativo ne ha uno funzionale che permette di definirlo un designer.
Il suo approccio all’arte è giocoso e il suo modus operandi è allo stesso modo audace e impeccabile: la sua unicità sta nel riuscire a creare un universo dismesso in cui le sculture sono disposte secondo una sintassi a noi sconosciuta e in cui la loro narrazione si intreccia con una goffa psicanalisi che lega grottesco, poesia e umorismo nero.
Iconico è stato Le Monde Connu un progetto a lungo termine, la cui prima fase si è svolta presso il Confort Moderne, a Poitiers, all’inizio del 2019. Louis Gary invita gruppi, formati in vari contesti (scolastici, professionali, associativi) per dare risposte formali e/o prestazionali a domande quali: cos’è un fiore? cos’è un sogno? cos’è un dito? Gary fotografa prima, durante e dopo le proposte fatte dai partecipanti. Le immagini che produce costituiscono via via il materiale base di una enciclopedia visiva soggettiva, frammentaria e poetica del mondo conosciuto.
Il suo lavoro al Confort Moderne ha portato alla pubblicazione di una fanzine, nonché di una mostra visibile dal 15 febbraio al 17 marzo 2019.