Un universo distopico, in cui si muovono sagome irregolari e sinuose, fa da scenario alla nuova collection ANTI.
ANTI è sperimentazione, esternazione diretta della percezione dell’io più profondo e oscuro. E’ corteggiamento e adulazione del tema del grottesco che, come il giovane designer italiano Francesco Mottola specifica, deriva dalle letture di Umberto Eco “Storia della bellezza” e “Storia della bruttezza”. Ed è qui che ha inizio la sua ricerca personale.
Le silhouette che compongono ANTI sono distorte, mostruose e non necessariamente legate ai temi della consuetudine impostaci dalla società odierna. Il designer ha infatti deciso di reinventare il corpo umano rispetto a come lo conosciamo: busti allungati, braccia estese che terminano con mani deformate, inserti voluminosi che giocano con le proporzioni della figura e volti coperti da maschere semi-trasparenti.
I nove capi che costituiscono la collezione vestono entità mostruose e mitologiche, appartenenti ad una favola in cui il “brutto” ha la meglio sull’happy ending.
Eppure le colorazioni scelte parlano di tutt’altro che di incubi: la palette cromatica scelta è piuttosto ampia e spazia da colori accesi e caldi come il rosso e il giallo a tonalità più neutrali come il lilla e il rosa antico, fino a raggiungere le profondità arcane del nero e del grigio.
La scelta dell’utilizzo delle maschere di seta nere, invece, è derivata dalla necessità di concentrare l’attenzione sull’abito piuttosto che sull’indossatore, oltre ad infondere un feeling drammatico e “perturbante”.
L’inteno di Mottola è stato quello di creare una collezione che non fosse standardizzata, ma individuale, personale; una collection che seguisse l’istinto e non la ragione e che, inevitabilmente, comunicasse la più forte libertà di espressione lontana dai soliti vincoli e limiti della nostra società.